Trattamento della patologia mammaria maligna

  • L’attività operatoria senologica-oncologica viene eseguita in tutti i regimi di ricovero previsti: ambulatoriale, ambulatoriale complesso, day surgery, one day surgery, week surgery e ricovero ordinario.
  • Gli interventi sono mirati sempre ad ottenere il miglior risultato cosmetico possibile, applicando costantemente i dettami della “chirurgia oncoplastica” e provvedendo, quando necessario, alla simmetrizzazione mammaria controlaterale già nel corso del primo intervento.
  • Nella maggior parte degli interventi senologici si provvede alla sintesi del difetto ghiandolare mediante l’allestimento di lembi di scorrimento con tecniche di chirurgia oncoplastica di 1° livello.
  • Per i casi più complessi si applicano tecniche di chirurgia oncoplastica di 2° livello mediante l’allestimento di lembi ghiandolari a peduncolo superiore, medio, inferiore e lembi di autoprotesi.
  • I rimodellamenti ghiandolari sono studiati in concerto con i desiderata delle pazienti, quadrante per quadrante come descritto nella letteratura specialistica, e oggettivati mediante studio fotografico pre-post-operatorio, come da indicazioni delle linee guida.
  • Fra le procedure chirurgiche oncoplastiche vengono eseguite le mastectomie conservative (skin sparing, nipple sparing, skin reducing) con posizionamento di espansore (two stage) o protesi definitiva (one stage), associate ad adeguamenti controlaterali con mastoplastiche riduttive/additive.
  • L’applicazione delle tecniche chirurgiche oncoplastiche ha permesso di pubblicare sia la revisione di una procedura specifica in caso di mammelle voluminose, sia la tecnica SCAF (Sub Cutaneous Adipose Flap), “personale” ed “inedita”, per la ricostruzione del capezzolo.
  • Per ottenere un migliore risultato cosmetico, è stata condotta un’esperienza volta a definire il ruolo della cellulosa ossidata e rigenerata come filler nei difetti di resezione ghiandolare e da questa sono stati pubblicati due articoli scientifici.
  • Il problema delle pazienti BrCA mutate viene affrontato sempre con approccio multidisciplinare nell’ambito del GIC aziendale e, grazie alla esperienza laparoscopica maturata, si provvede alla esecuzione in prima persona di annessectomia laparoscopica e chirurgia della riduzione del rischio mammario.
  • L’approccio chirurgico all’ascella segue i dettami della letteratura e delle linee guida in uso nel PDTA aziendale. Lo studio dell’ascella viene eseguito sempre in prima persona in tutte le pazienti mediante l’esame ecografico. In caso di sospetta malattia metastatica si esegue l’ago aspirato o l’ago biopsia linfonodale.
  • La biopsia del linfonodo sentinella, eseguita con le tecniche del blu patent violet, del verde indocianina e del tracciante radioattivo, nonché la dissezione linfonodale ascellare di I-II livello, ha permesso il riconoscimento in molteplici casi della variante muscolare accessoria definita “arco ascellare di Langer”. Lo studio dei casi e gli approfondimenti ecografici hanno permesso la stesura di due lavori scientifici.